Nonostante lo stato di emergenza sia volto al termine e nonostante le restrizioni italiane vadano (pian piano) allentandosi, in tal senso la scuola rimane un vero e proprio campo minato. La nuova insensata normativa, infatti, ha portato non poco scompiglio nelle segreterie e negli uffici scolastici, come anche sulle piattaforme informatiche ministeriali.
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Le cervellotiche novità sulla scuola
Sono diverse le cervellotiche novità che il Governo Draghi ha concepito per accanirsi ancora di più sul mondo della scuola, che sembra fungere sempre più da valvola di sfogo piuttosto che da settore chiave per lo sviluppo socio-culturale dei nostri giovani. Vediamone alcune: dal primo aprile, se un istituto non riceve il certificato medico che dimostra la condizione di malattia di uno studente, lo stesso non può seguire in DaD. Dunque, il semplice tampone positivo non è più sufficiente. Dal primo maggio i docenti esenti da Green Pass potranno tranquillamente insegnare in classe, al contrario dei non vaccinati che saranno relegati ad “attività funzionali”. Inoltre, da ieri mattina è scattato per Dirigenti Scolastici e loro delegati, il controllo automatico sull’obbligo vaccinale, in vigore per la scuola fino al 15 giugno. Il controllo avverrà esclusivamente tramite piattaforma ministeriale SIDI (Sistema Informativo Dell’Istruzione) e non più mediante l’App dedicata alla verifica del Green pass.
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Prima verdi, ora rossi
Come riportato da Il Tempo, l’Associazione Nazionale Presidi del Lazio ha espresso il proprio parere in merito: «La conseguenza è che da ieri, di media tre docenti per scuola a Roma e nel Lazio guariti dal Covid che hanno superato i 90 giorni, sono risultati rossi alla piattaforma. E non potendo più utilizzare l’App Verifica C19 (che prima di ieri risolveva la questione, visto che tali insegnanti risultavano verdi all’App, al Green pass rafforzato), su questi docenti – prosegue il sindacato dei capi di istituto – si è posto, dunque, il problema del doverli allontanare dalla didattica e porli a 36 ore. Ma il punto è che la loro guarigione ha una validità di 180 giorni, vale a dire dopo i 90 possono ma non devono vaccinarsi».
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Molti dubbi sulle procedure
La questione organizzativa è di primaria importanza e molti sono ancora i dubbi che pervadono Dirigenti e Direttori: «Appena rossi al SIDI vanno quindi passati a 36 ore? Anche se già inviata loro la lettera d’invito ad adempiere all’obbligo vaccinale entro 5 giorni?», si domanda la presidente di ANP Lazio, Cristina Costarelli, in attesa di chiarimenti sul fronte istituzionale. «Una linea che, però, lascia perplessi, dal momento che in un periodo di progressivo e quasi totale alleggerimento delle regole, ci troviamo paradossalmente a restringere delle misure che finora erano legittime, esponendoci a ricorsi certi da parte di costoro che pongono l’amministrazione in situazione di debolezza. Oltre alla difficoltà contingente di trovare supplenti e a interrompere la continuità didattica alle classi ad un mese dalla fine dell’anno scolastico e dal termine della norma sull’obbligo di immunizzazione per il personale della scuola».
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Un sadico accanimento sulla scuola
Le osservazioni della Preside portano a domandarsi se realmente da parte di Draghi, Speranza e Bianchi non vi sia una certa forma di sadico accanimento su dipendenti scolastici ed alunni, che di riflesso pagano anch’essi lo scotto di una situazione tanto paradossale, quanto insensata.
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