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I nostri porti venduti alla Cina. Ecco perché le scelte della Germania ricadranno sull’Italia

Pubblicato il 27/10/2022 11:22

La Germania apre i porti dell’Europa alla Cina. Compresi quelli del nostro Paese, costretto per l’ennesima volta a fare i conti con le conseguenze delle scelte altrui, senza potere decisionale. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha infatti detto sì alla vendita del 24,9% dello storico scalo di Amburgo alla società statale cinese Cosco, una decisione presa nonostante la contrarietà di una parte della maggioranza che lo sostiene. Favorendo così le manovre di Pechino, che potrebbe presto puntare su un obiettivo già dichiarato in passato: il controllo del porto di Trieste. Il conto alla rovescia è già iniziato, con Scholz che ha già programmato a un viaggio a Pechino durante il mese di novembre durante il quale saranno definiti i dettagli dell’affare. (Continua a leggere dopo la foto)

Come anticipato dalle testate tedesche, Scholz firmerà l’intesa per l’ingresso della impresa statale cinese Cosco nel porto di Amburgo, con l’acquisto di una partecipazione del 24,9% di uno dei quattro terminal. Una quota più bassa di quella ipotizzata fino a qualche giorno fa, ovvero il 35% del terminal Tollerot gestito dalla Hamburger hafen und logistik (Hhla). Ma la mossa sta facendo comunque discutere e ha provocato anche l’irritazione della Commissione Ue. (Continua a leggere dopo la foto)

Dopo giorni di trattative interne, il governo Scholz ha trovato alla fine un compromesso nella riduzione del pacchetto, oltre a un accordo che negherebbe a Cosco la possibilità “di concedersi contrattualmente diritti di veto sulle decisioni strategiche in materia di affari o di personale”. Alla società cinese, stando a quanto trapelato, sarebbe inoltre vietato di “nominare membri del management”. Nonostante i tentativi di rassicurazione, però, le proteste continuano feroci, coinvolgendo anche gli utenti social. (Continua a leggere dopo la foto)

Rimangono sospetti soprattutto data l’abitudine delle società cinesi di comprare in un primo momento quote più piccole dei terminal portuali per poi allargarle piano piano. Cosco, non a caso, possiede già partecipazioni nei porti di Rotterdam e Anversa, controlla il porto del Pireo ad Atene e ha in cantiere un progetto per espandere un terminal ferroviario interno a Duisburg dove si incontrano i fiumi Ruhr e Reno, punto focale per il trasporto terrestre in arrivo dagli hub industriali cinesi. La decisione tedesca potrebbe consolidare anche la presenza di Cosco nel porto di Trieste, dove il 27 giugno è stato inaugurato un collegamento ferroviario con la Slovenia. Si tratta di un company train, per il trasporto di componentistica per la fabbrica cinese Hisense, con cadenza, al momento, settimanale.

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