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Guerra fredda Meloni-Santanchè: “La premier l’ha commissariata”. Il blitz della ministra e il contrattacco

Pubblicato il 04/04/2024 11:46

Chi dice che la vicenda Santanchè non stia impattando sul governo non dice il vero. Ci sarebbe, infatti, vera tensione ora tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la ministra, al di là delle vicende giudiziarie che la coinvolgono. A fare pressione sulla premier sarebbe proprio l’Enit, l’Ente nazionale del turismo, per alcune scelte fatte da Daniela Santanchè, tanto che Palazzo Chigi ha deciso di prendere seraimente la questione in mano. Le frizioni tra le due donne è tutta nel merito della gestione di un ente che il governo aveva promesso di rilanciare. Secondo un retroscena di Repubblica, Meloni avrebbe di fatto “commissariato” l’ente, bloccando la mano libera della ministra e imponendo la scelta della nuova presidente Alessandra Priante: un nome di alto profilo, già direttrice europea dell’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite. E cosa ha fatto in tutta risposta Santanchè? (Continua a leggere dopo la foto)
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La ministra ha indicato una direttrice generale, figura non prevista dal vecchio statuto dell’ente, tanto che il consiglio di amministrazione che doveva approvare il contratto e le deleghe della nuova dg è stato rinviato. Il motivo? Stando a Repubblica “non tornano né le cifre né i poteri” che dovrebbero andare alla neoincaricata. Nel nuovo statuto dell’ente è prevista la possibilità della nomina di un direttore generale, figura assente nel vecchio Enit, che aveva solo un direttore esecutivo. La scelta di Santanchè è ricaduta sulla commercialista Elena Nembrini. Il compenso? Pare sia di circa 170 mila euro. Il potere? Ampio, con molte deleghe pesanti. Poi cosa è successo? (Continua a leggere dopo la foto)

Come dicevamo, l’ultimo cda, presieduto dalla Priante, la persona imposta da Meloni, si è trovato sul tavolo il contratto e le deleghe della Nembrini. E così la neopresidente ha chiesto tempo per valutare, di fatto annacquando il blitz della ministra. Intanto, mentre si contano gli sprechi, come la campagna delle polemiche di “Open to meraviglia” (costata più di 500mila euro), le imprese del settore si domandano quando arriveranno i veri servizi per loro. E Meloni è intenzionata a rispondere.

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