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“10 anni per rientrare dal debito in eccesso causato dal Covid”. Gli artigli della UE sull’Italia

Pubblicato il 29/06/2020 11:27 - Aggiornato il 29/06/2020 11:56

Nuove tasse, nuovi tagli e nuova mazzata per gli italiani. Ecco cosa sta preparando il governo italiano per far rientrare il nostro debito pubblico. Si tratta dell’eccesso di debito causato dall’emergenza Covid-19. Un piano strutturato in 10 anni (10!) che permette all’Ue di conficcare ancora di più gli artigli sul nostro Paese. A metterlo nero su bianco è proprio il ministro dell’economia Roberto Gualtieri, che sta lavorando a un documento da inviare a Bruxelles e che riguarda un “Programma Nazionale di Riforma” che servirà a tranquillizzare l’Europa sui nostri conti. Il giochino è sempre lo stesso: l’Ue ci dà dei soldi, l’Italia spreme fino al sangue i suoi cittadini. “Il governo elaborerà una strategia di rientro dall’elevato debito pubblico”, scrive Gualtieri.

Nel documento limato nelle riunioni tecniche che si sono tenute fino a ieri, e che Il Messaggero ha potuto leggere, è scritto che a settembre, oltre al piano di Rilancio, il governo consegnerà alla Commissione europea anche un programma di rientro dal debito in eccesso prodotto durante l’emergenza Covid che avrà una durata di dieci anni. Spiega il documento ripreso dal Messaggero che ci sarà una nuova tornata di “spending review”, di tagli di spesa. Ma anche un aumento delle tasse sulle attività inquinanti (l’ipotesi di carbon tax, o di revisione di tutti i sussidi ambientalmente dannosi, come le accise ridotte per il diesel) e la riduzione delle spese fiscali.

Ma veniamo alle tasse, la questione che sta più a cuore agli italiani. “Il Piano nazionale di riforma – spiega Andrea Bassi nell’articolo – dedica un capitolo anche a questo. Si parla di una riforma fiscale: ‘Il cuneo fiscale sul lavoro è troppo elevato e nel tempo si sono accumulate disparità di trattamento delle diverse fonti di reddito'”. C’è anche la volontà di proseguire sulla strada della Web tax, nonostante le minacce arrivate dall’amministrazione americana nel caso in cui l’Italia (ma anche gli altri Paesi europei) non avessero fatto una marcia indietro sul tema.

Infine, “sempre sul fronte del debito, il Piano nazionale di riforma prevede anche una valorizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato. L’idea è di razionalizzare gli spazi utilizzati dalle amministrazioni pubbliche, anche grazie all’utilizzo dello smart working, vendendo o affittando tutto ciò che non viene più utilizzato. I proventi verrebbero impiegati per ridurre l’indebitamento”.

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