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Governo, scoppia il caso della cassa intregrazione ai (ricchissimi) cognati di Conte

Pubblicato il 22/01/2021 09:58

Tempi duri per tutti, questi, segnati da una crisi economica senza precedenti. Che, nella sua crudeltà, si è abbattuta anche sulla famiglia acquisita del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, quelle della fidanzata Olivia Paladino, finita addirittura in cassa integrazione in deroga fino a novembre 2020. Un aiuto messo a disposizione dal governo guidato da una figura non proprio lontana, l’Avvocato del Popolo, e concesso sia alla sorella della compagna del presidente del Consiglio, Cristiana Paladino, sia ala fratellastro Shawn John Shadow, figlio di primo letto della suocera del premier, Ewa Aulin. Tutti e due erano dipendenti di una delle società del gruppo fondato dal suocero di Conte, Cesare Paladino.

Governo, scoppia il caso della cassa intregrazione ai (ricchissimi) cognati di Conte

A raccontare il caso è Franco Bechis attraverso le pagine de Il Tempo: i due, Cristiana e Shawn erano stati “assunti dalla società proprietaria- fra l’altro- delle mura del celebre Hotel Plaza di via del Corso: la Immobiliare di Roma Splendido srl. Cristiana impiegata a tempo indeterminato dal primo luglio 2017 come segretaria di direzione a 62.621 euro l’anno, e John assunto sei mesi dopo con la stessa identica qualifica a 59.473 l’anno”. Poi, però, è arrivata la pandemia e le conseguenti difficoltà economiche, quelle che hanno messo in ginocchio migliaia di famiglia italiane. E così la società amministrata dal suocero di Conte non ha potuto fare altro che ricorrere agli ammortizzatori sociali messi a disposizione del premier e dal suo governo.

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Governo, scoppia il caso della cassa intregrazione ai (ricchissimi) cognati di Conte

Niente di strano, verrebbe da pensare. In fondo la crisi non guarda in faccia a nessuno. E, oltretutto, la Cassa Covid a carico dello Stato italiano non è certo un aiuto particolarmente incisivo, come sanno bene i cittadini che vi hanno fatto ricorso nei mesi. Il Tempo sottolinea però come i due, insieme alla terza sorella (Olivia, la fidanzata del premier) siano i reali proprietari del gruppo Paladino, visto che è interamente nelle loro mani il capitale della società holding che lo controlla, la Agricola Monastero Santo Stefano Vecchio srl. “Il 47,5% della proprietà del gruppo è in mano a Olivia, una quota identica è in mano alla sorella Cristiana e il 5% a John, che è figlio acquisito per Cesare Paladino”. La cassa Covid, dunque, è andata a dei dipendenti che sono però allo stesso tempo imprenditori con partecipazioni dal valore di milioni di euro.

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Impossibile invece stabilire con certezza se anche Olivia abbia beneficiato o meno degli aiuti. Quel che è invece certo, stando ai documenti esaminati dal Tempo, è che il gruppo Paladino ha debiti non proprio di poco conto. Di una parte è venuto a capo grazie alla transizione accordata dalla banca creditrice, Unicredit, la stessa a di cui fa da poco parte tra l’altro l’ex ministro dell’Economia Padoan e che si è mostrata particolarmente bendisposta verso la famiglia delle fidanzata del premier. Altro accordo favorevole è stato fatto con Archimede immobiliare, società verso la quale il debito residuo era intorno ai 6 milioni di euro ma è stato ricontrattato in 2. Restano “27 milioni da pagare al Fisco: in parte all’Agenzia dell’Entrate, qualcosina all’Inps ma quasi la metà al Comune di Roma. Perché salta fuori che la famiglia Paladino non solo non ha pagato alle casse comunali, se non quando il fondatore è finito a processo per anni la tassa di soggiorno riscossa ai clienti del Plaza. Ma non ha nemmeno versato nelle casse del Comune guidato da Virginia Raggi per anni gran parte dell’Imu e della Tasi dovuta”.

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