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Giuseppi tolga il tricolore dalla mascherina, non è degno

Pubblicato il 20/07/2020 17:10

di Gianluigi Paragone.

Di preciso i soldi veri dove sono? Dov’è la poderosa Europa, mamma Europa che con senso di responsabilità aiuta i paesi in crisi? Dove sono quei soldi – “Un impegno così non si era mai visto da parte dell’Unione europea” – tanto strombazzati dai nostri governanti in aula e in tv?

Al momento del dunque un Rutte qualsiasi svela che sei mesi dopo l’emergenza Covid i soldi non arrivano. E se non arrivano significa che non ci sono. A meno che non accetti le loro regole da strozzini legalizzati. E magari il freno a mano d’emergenza di cui parlano a Bruxelles così il testacoda esce a meraviglia.

L’altro giorno ho fatto un video molto duro contro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, l’ho definito “maledetto filoeuropeista”. Lo ridirei. E quel maledetto, lo estenderei al governo tutto.

Ho invitato Conte a togliere dalla sua mascherina la bandiera italiana perchè chi va in Europa svendendo gli italiani non è degno di portare il tricolore. QuaquaracConte e il suo governo di Promettopoli stanno affossando l’economia reale italiana oltre il danno del Covid, la cui gestione da parte del governo a questo non può non dirsi assolutamente fallace. Durante il lockdown e pure dopo, Conte e i suoi bischeri incapaci che lo affiancano hanno raccontato bugie imperdonabili circa i soldi che sarebbero arrivati e l’aiuto di una Europa che finalmente dava una prova di maturità. E giù con i suoi incontri fenomenali con i leader europei, con l’Italia protagonista e fesserie simili.

La verità è che l’Italia sta andando a pietire una dose di sopravvivenza col cappello in mano. Quei soldi non ci sono, sono soldi buoni per Promettopoli. E la baruffa in scena a Bruxelles sta dimostrando l’inconsistenza di un governo supino e meschino. Ci stiamo facendo deridere da un Rutte qualsiasi, dal capo di uno Stato dove si trasloca per eludere il fisco nazionale senza incorrere in infrazioni. Evasione legalizzata si chiama. Ecco chi sta imponendo il gioco, scoprendo lo spirito di una Europa matrigna e ingannevole, che piace alle multinazionali e a quel Sistema cui è permesso di schiacciare la dignità dei cittadini.

E arriviamo così alla seconda notizia, di qualche giorno fa: “I giudici Ue danno ragione ad Apple che non pagherà 13 miliardi all’Irlanda”. In parole povere la maxi multa che la Commissione Ue aveva comminato alla Mela Morsicata si è volatilizzata e la stessa sorte capiterà alle altre società Lady Tax, come le chiama Trump. Com’è potuto accadere? Facile, anzi tanto facile che lo avevo persino previsto nei miei libri e nelle mie trasmissioni: i meccanismi elusivi sono sbilanciati a favore di queste multinazionali perchè Stati complici e conniventi hanno recepito le leggi scritte dai lobbisti di queste società, uffici legali in testa. Era tutto lecito perché una norma glielo consentiva.

Adesso in Italia si è aperto il dibattito sul dumping fiscale dell’Olanda, del Lussemburgo, dell’Irlanda e di chi insomma ha fatto propri certi meccanismi elusivi; ma il dibattito era ben presente pure negli anni addietro, era assolutamente evidente. Tanto che la precedente Commissione, della quale vi sono elementi importanti anche nell’attuale (da Dombrovskis alla Vestager), era presieduta da un signore coinvolto proprio nello scandalo delle evasioni fiscali legalizzate, emerso in LuxLeaks. Quindi che quella multa non sarebbe mai stata confermata era una facilissima previsione. Del resto l’Europa piace a multinazionali, finanza ed élite.

Ai popoli restano le briciole e l’inganno. Traditi da premier servili tipo Giuseppe Conte.