Ricordate “la manina”? Quel Roberto Garofoli che finì al centro di una incredibile polemica scatenata dal M5s (e dal Fatto Quotidiano) che lo portò alle dimissioni a fine 2018… Bene, Mario Draghi lo ha scelto come sottosegretario alla presidenza del Consiglio del suo governo. Sarà – sostanzialmente – il suo braccio destro. Non solo il M5S ha quindi digerito i ministri renziani, del Pd, di Leu, di nuovo della Lega e pure di Berlusconi, ma ora deve subirsi pure il ritorno al governo de “la manina” che tanto avevano accusato. Con Alessandro Rivera e Daniele Franco (oggi ministro dell’Economia) era stato indicato dai retroscenisti come uno dei destinatari della vendetta grillina annunciata da Rocco Casalino contro “quei pezzi di merda del Mef”. (Continua a leggere dopo la foto)
La storia con protagonista Garofoli l’ha ricostruita bene Today, che scrive: “Nell’ottobre 2018 in televisione Luigi Di Maio accusa una non meglio precisata ‘manina’ di aver manipolato il testo sulla pace fiscale: ‘Non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato’ che riguarda la pace fiscale, dice a Porta a Porta. Poi rincara la dose: ‘Domani sarà depositata una denuncia alla procura della Repubblica’. Come precisò successivamente Il Fatto Quotidiano, l’accusa riguardava un articolo che assegnava 84 milioni alla Croce Rossa, ormai privatizzata”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Secondo l’accusa, il caso riguardava la proprietà di un immobile nel centro storico di Molfetta, città d’origine del giurista. “Thomas Mackinson raccontò che ‘un cespite era pervenuto alla CRI 46 anni prima per volontà di un benefattore che voleva destinarlo alla cura di bambini down. Gli attuali vertici lo venderanno, a un terzo del valore peritato, a Garofoli che tre mesi dopo ci apre un B&B con ‘suite king’ da 100 euro a notte'”. Nell’articolo si dava a intendere che ci fosse un conflitto di interessi dietro quell’immobile. E per quelle accuse, nel 2018 Garofoli si dimise. (Continua a leggere dopo la foto)
Il 29 marzo 2020 il Fatto Quotidiano pubblicò una smentita che scagionava completamente Garofoli dalle accuse. E oggi Roberto Garofoli è di nuovo al governo, nella veste di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. “È capo di gabinetto del Tesoro con i ministri Pier Carlo Padoan, nel governi Renzi e Gentiloni, e con il successore Giovanni Tria con il governo M5S-Lega con Conte premier dal febbraio 2014 al dicembre 2019 quando si dimette sulla scia delle polemiche per la norma pro Croce Rossa”.
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