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Figlia di Fiorello, ecco chi è davvero il giornalista protagonista del clamoroso fuorionda

Pubblicato il 20/03/2024 18:19

L’Italia è il Paese dei figli di papà. Non diciamo che l’unica ed essenziale prerogativa per fare carriera in qualsivoglia campo sia quella di avere un cognome giusto: si può emergere anche grazie al lavoro e all’impegno, ma essere “figli di” può innegabilmente aiutare. Dove vogliamo arrivare? Oramai tutti sanno del fuorionda del conduttore del Tg2 Piergiorgio Giacovazzo sulla giovane figlia di Fiorello, Angelica, e sulle “12 trasmissioni” che presto condurrà. Ma c’è chi ha pensato che la querelle – peraltro subito rientrata con le scuse del giornalista e il “perdono” dello showman – meritasse un approfondimento. Lo ha fatto il portale dilei.it, subito ripreso da Dagospia. Ebbene, emerge un particolare non da poco, ovvero che lo stesso Giacovazzo sia un “figlio di”, e dunque da che pulpito viene la predica, si dice in questi casi; “Senti chi parla”, titola il sito di Roberto D’Agostino. (Continua a leggere dopo la foto)

Chi era Giacovazzo senior

Ora, fermo restando che Mamma Rai (o Papà Rai, a questo punto) è piena di giornalisti con cognomi già noti nella professione, quali Augias, Badaloni, Di Bella, soffermiamoci su Giacovazzo. Viene fuori che Piergiorgio Giacovazzo è il figlio di Giuseppe Giacovazzo, giornalista e uomo politico. Giacovazzo, scomparso nel 2012, fu un giornalista e direttore del Tg1, della Gazzetta del Mezzogiorno e del periodico Paese Vivrai. Scrisse anche sette libri e si dedicò alla politica, senatore della Democrazia Cristiana. Nel 1994, in seguito allo scioglimento della Dc, venne eletto deputato con il Partito Popolare Italiano ed è stato anche sottosegretario agli Esteri nei governi Amato I e Ciampi. Suo figlio Piergiorgio, invece, è entrato in Rai nel 1997, per non uscirne più, diventando anchorman delle edizioni di punta del Tg2. Ora, sommerso da critiche, pure aspre, potrebbe addirittura ricevere un provvedimento disciplinare da parte dell’azienda. (Continua a leggere dopo la foto)

Foto: Giuseppe Giacovazzo

Amichetti e “figli di”

Insomma, una vicenda che, per quanto possa sembrare in fondo marginale, sembra lo specchio di un Paese, quello delle raccomandazioni e delle scorciatoie, quello degli “amichetti” e dei circoli quasi settari; un Paese in cui la meritocrazia viene spesso mortificata. La morale è che, come diceva Pietro Nenni: “Gareggiando a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura”.

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