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Ecco perché i giudici hanno dichiarato illegittimi i Dpcm

Pubblicato il 02/04/2021 17:06

L’avvocato Romani Erica del foro di Reggio Emilia, aderente al coordinamento Giustizia ItalExit per l’Emilia Romagna, riprendendo la sentenza emanata il 27 gennaio del 2021 dal gip De Luca, spiega perchè sono da considerarsi illeggittime sia le limitazioni che ci vengono imposte sia l’obbligatorietà all’uso delle autocertificazioni.

Alla conclusione la professionista, proprio alla luce della dichiarata illegittimità dei Dpcm, apre alla ipotetica possibilità che commercianti e ristoratori, utilizzino questo come strumento per ottenere il risarcimento dei danni subÌti dallo Stato.

Romani apre il discorso dicendo: “Proprio qui a Reggio Emilia il 27/01/2021, il dottor De Luca Già ha emesso una sentenza con la quale dichiara l’illegittimità del Dpcm come strumento utilizzato dal governo per comprimere e limitare la libertà dei cittadini”.

“Nella sentenza il dottor De Luca esprime come i Dpcm siano strumenti meramente amministrativi, pertanto non idonei a comprimere la libertà delle persone e in palese contrasto con l’Art. 13 della Costituzione”.

Pertanto, prosegue l’avvocato: “Non poteva questo strumento essere utilizzato per obbligarci a stare in casa, non con queste modalità”.

Riprendendo la sentenza del dottor De Luca, Romani aggiunge: “Ne discende che le autocertificazioni, rese obbligatorie a tutti i cittadini italiani per poter dare giustificazione di dove andassero e del perchè uscissero dalla propria abitazione, fossero a loro volta illegittime poiché discendenti dal medesimo Dpcm”.

“Poste queste illegittimità ci si deve appunto chiedere se i dpcm dai quali oggi discendono le chiusure delle attività, con tutte le conseguenze che vediamo ogni giorno, siano anch’essi illegittimi perchè in contrasto con l’art.41 della Costituzione”.

E allora chiediamoci anche -prosegue l’avvocato- se queste chiusure e limitazioni di libertà attuate con strumenti illegittimi e non idonei possano prestare il fianco a cittadini e commercianti per chiedere allo Stato italiano il risarcimento dei danni subÌti per le compressioni ingiuste, illegittime, ingiustificate dei propri diritti, delle proprie libertà”.