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“Ecco l’elenco di tutti i risultati (fallimentari) raggiunti con la sua guida”, la controlettera dei sindaci anti-Draghi

Pubblicato il 21/07/2022 11:22

Assistiamo ad una presa di posizione da parte di alcuni Sindaci, che si sono espressi a sostegno dell’azione del Governo Draghi, chiedendogli di ritirare le dimissioni.
Avremmo preferito non intervenire, lasciando le considerazioni di merito sul piano personale, ma poiché il dado è tratto non possiamo esimerci dall’esprimere anche il nostro parere che è discordante.

Cari colleghi, Vi ricordiamo che questo è sempre lo stesso Presidente del Consiglio che ha, sin dal suo insediamento, svilito, umiliato e mortificato la rappresentanza parlamentare, rendendo il Parlamento un luogo inutile, ignorando la voce dei cittadini nelle strade e ignorando anche la nostra voce degli amministratori.

Oggi possiamo imputare a questo Governo e al Presidente Draghi i seguenti mirabili risultati:

• il fallimento totale di una politica sanitaria che ha abbandonato il concetto di curare secondo scienza e coscienza, che ha ridotto il ruolo del medico curante a quello di promotore farmaceutico e ha incentrato la sua azione su vaccinazioni di massa poco utili se non dannose e sull’uso di un passaporto (green pass) come strumento di prevenzione. 
Un pass, fonte di discriminazioni,  che ha diviso unioni famigliari, amici, lavoratori, studenti, consigli comunali,  calpestando diritti e libertà tutelati dalla Costituzione, senza sortire il primo e nemmeno uno di quegli effetti per il quale questo strumento era stato così  sapientemente pubblicizzato e introdotto.
Il Presidente Draghi, per inciso, ha anche contribuito con il suo cieco appoggio al Ministro Speranza,  a far raddoppiare come conseguenza alla sua imposizione sanitaria di isolamento sociale i tentativi di suicidio tra i giovani e gli adolescenti 

• il fallimento dell’economia reale che è sotto gli occhi di tutti, non certo il fallimento di quell’economia tanto cara al nostro affarista, legata alle grandi lobby e alle multinazionali.
Ci ritroviamo con migliaia di attività, che non hanno più riaperto, quindi imprenditori e famiglie ridotte sul lastrico e migliaia di imprese sofferenti nei diversi settori, abbandonate alla deriva in un mare volutamente popolato da squali sempre più grossi e voraci, per i quali vengono perimetrati confini e regole ad hoc.
 
• il fallimento del  bonus
 ristrutturazione del 110%, con una disciplina maneggiata e rimaneggiata a tal punto, che ha avuto come prima conseguenza quella di far comprendere inequivocabilmente che un contratto stipulato con lo stato italiano vale come la carta straccia, e che avrà come conseguenza finale in molti casi quella di far fallire migliaia di aziende del settore edile, costringendo i proprietari delle case oggetto del “bonus”  a dover pagare integralmente di tasca propria, e peggio, in caso di impossibilità a coprire i costi sostenuti, ad avvalersi in extremis di mutui bancari non concordati preventivamente e sicuramente stipulati non a tassi agevolati. 
Questo è un ulteriore passo fatto per costringere il cittadino a rivolgersi alle banche private già ampiamente sostenute e che potranno per anni vantare crediti e quindi di fatto pagheranno molte meno tasse.
Questo governo ha permesso che si creasse un mercato drogato, promuovendo di fatto in moltissimi casi le condizioni economiche per speculazioni e truffe nel settore edile ed energetico.

• Il fallimento della diplomazia Internazionale con la conseguenza di innescare, con le sanzioni alla Russia, un aumento dei costi energetici,  dei beni alimentari e  non solo.
Bollette energetiche che triplicano, creando le condizioni di una inflazione galoppante, che dovranno pagare le aziende, i lavoratori, le famiglie e i pensionati. 
Il costo dei carburanti che ha raggiunto delle punte mai toccate, senza peraltro essere giustificato dal rapporto del costo del petrolio al barile, facendo invece intendere in maniera chiara che a monte ci sono speculazioni che il Governo non ha neanche tentato di arginare, ben conscio invece di poter fare cassa prelevando proporzionalmente Iva e accise dal portafoglio dei cittadini.
Certamente il Governo Draghi è intervenuto tempestivamente togliendo l’Iva sulle armi (ignorando di essere il governo di quel Bel Paese che ha nella sua Costituzione proprio il rifiuto al ricorso alle armi per dirimere le controversie internazionali), dimostrando nei fatti oltretutto sensibilità nulla verso le aziende e le famiglie, che potranno sicuramente ricorrere all’esenzione Iva per acquistare armi o autoblindati ma la dovranno versare in pieno ad esempio per l’acquisto di nuove attrezzature da lavoro, e macchinari o per comprare il pane e mandare i figli a scuola…

Dulcis in fundo il fallimento prevedibile del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che preferiremmo chiamare Piano Nazionale di Rovina e Rapina, consistente principalmente in una serie di elargizioni ai vari enti, configurabili come mancette elettorali a debito, che non prevede nessun tipo di intervento strutturale utile per il paese. Viene creato il nuovo debito (leggasi Rovina), vengono finanziati, frettolosamente e senza programmazione, interventi non strutturali e non risolutivi dei problemi reali (leggasi altra Rovina), e viene richiesta come contropartita, attraverso l’accettazione di più di 500 clausole, oltre alla ovvia restituzione di gran parte del denaro prestato, ancora cessione della sovranità nazionale e in nome di una sempiterna e fantomatica migliore efficienza, ancora nuove privatizzazioni (leggasi Rapina).
Gli interventi finanziati del PNRR (che ribadiamo sono soldi ottenuti a prestito) sono interventi che una volta terminati in molti casi genereranno dei costi di manutenzione che gli enti beneficiari non potranno sostenere senza imporne altri costi non necessari a carico dei cittadini. Sono interventi che si esauriranno nel tempo in cui vengono eseguiti, generando una bolla di lavori pubblici che non prevedono misure strutturali, come ad esempio l’assunzione (se non temporanea) di personale di cui la pubblica amministrazione è carente da anni, neppure nel comparto della sanità dove possiamo anzi permetterci di lasciare a casa degli ottimi medici, perché non si sono allineati alla narrativa imposta, come tra l’altro evidenziato dalle ultime sentenze dei tribunali che stanno facendo emergere la verità. 

La verità di una povera Italia che sotto il governo Draghi, sostenuto da un’accozzaglia di partiti che fino a poco prima si sono sempre professati distantissimi l’uno dall’altro, ha vissuto e vive uno dei punti più bassi della sua storia culturale, sociale, economica, politica plurimillenaria che tutto il mondo ha sempre riconosciuto come trainante.
Qualora venisse portato a termine questo piano verrà portato a termine lo smantellamento della pubblica amministrazione e la perdita del controllo pubblico di tanti asset strategici, quale anche quello legato alla gestione dell’acqua, che passeranno, anche in barba ai referendum popolari, in mani private. 

Sono questi i motivi principali, perché ce ne sarebbero altri, tanti, che impongono a noi Sindaci e Amministratori che sottoscriviamo questa lettera, di bilanciare l’apertura di credito fatta dai nostri colleghi e di ringraziarla Presidente Draghi, per i Grandi Risultati che abbiamo elencato, ottenuti da questo paese grazie alla sua guida.
Nel ringraziarla con garbo istituzionale però la esortiamo a non ritornare sulle Sue decisioni. 
L’Italia senza di Lei saprà sicuramente rimarginare meglio le ferite che ha sul suo corpo, sia quelle causate da lei sia quelle causare da chi l’ha preceduta.
Nell’Italia ci crediamo, da semplici cittadini. 
E ci crediamo ancor di più indossando la fascia tricolore.

Aldo Querio Gianetto
Sindaco di Colleretto Castelnuovo

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