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‘Dopo 30 anni da avvocato, studio per trovare lavoro’. Migliaia di professionisti abbandonati dallo Stato

Pubblicato il 27/07/2020 16:20

I tempi sono difficili. Trovare lavoro, mentre la crisi segue il suo corso e il governo resta a guardare, rischia di diventare da ‘qualcosa per cui avere speranza’ a incubo. La situazione era già fragile, per troppi questa realtà esisteva già da prima. 

La testimonianza di Giovanbattista -che riprendiamo dalla Repubblica- rappresenta una delle tante storie di italiani, che si ritrovano senza lavoro e con poche speranze per il futuro, ma che per fortuna non perdono il coraggio.

Giovanbattista è un padre e avvocato di Taranto che con una lunga carriera alle spalle, a 58 anni deve ricominciare da capo. Ha deciso di farlo rimettendosi a studiare e provando a entrare nel mondo della scuola tramite concorso o supplenze: “Per gli avvocati il 2020 è stato un anno perso, fra tribunali chiusi e udienze rinviate. E poco possono fare i sussidi da 600 euro destinati ai liberi professionisti”. 

Migliaia di liberi professionisti come lui hanno ricevuto il colpo di grazia e adesso stanno compilando le pratiche delle nuove Graduatorie provinciali per le supplenze (gps), e per partecipare ai concorsi della scuola. “9mila, tra avvocati, architetti, ingegneri e commercialisti, che in sole 48 ore hanno aperto le procedure per le Gps pugliesi”, come dichiara il segretario regionale della Cisl scuola Roberto Calienno. L’impresa sarà ardua, ma non per questo l’avvocato si tira indietro: “Ci sono appena 12 posti in Puglia fra concorso ordinario e straordinario e ogni 100 abitanti, un avvocato. Per questo ho deciso di provare diversi canali, dalle supplenze al concorso”.

Prosegue raccontando: “Durante il lockdown ho conseguito i 24 crediti formativi universitari aggiuntivi che sono necessari per il concorso, ho concluso un master in tecnologie informatiche e della comunicazione, ho perfino preso una certificazione per l’uso della lim, la lavagna multimediale, così da avere maggiore punteggio in graduatoria”. 

Con 36 anni sulle spalle di libera professione e altri 12 anni mancanti alla pensione da avvocato, “io non ci spero, ci conto”. Giovanbattista attende di riuscire ‘a posizionarsi da qualche parte’,  e lo fa nel migliore dei modi, con due consapevolezze; la prima è che “le mie conoscenze possono essere messe al servizio dell’istituzione”, la seconda che sia “importante avere in ogni ordine di scuola docenti di diritto che raccontino ai ragazzi cos’è la Costituzione, come funziona il nostro ordinamento e quale è la nostra posizione in un mondo globalizzato”.

Insomma, l’emergenza sanitaria non ha fatto altro che portare fuori la situazione precaria in cui già l’Italia versava. Gli italiani non potranno continuare così a lungo. Troppi sono gli ‘abbandonati’. Cosa faranno dall’alto quando i cittadini arriveranno al limite? Serve uno Stato forte e protagonista.