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Debiti PA, pagato solo 1 miliardo su 12. Ma le promesse del governo erano ben altre

Pubblicato il 17/08/2020 10:37

“Uno su mille ce la fa”, cantava Gianni Morandi. Ben rappresenta lo stato d’animo delle povere imprese in credito con lo Stato, a cui l’unica cosa che resta da fare nell’attesa che il governo saldi il conto, è sperare di essere baciata dalla sorte e di rientarare magicamente tra quelle poche fortunate. 

 Eravamo al 2 giugno scorso, quando il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha annunciato e ha promesso il pagamento dei 12 miliardi di arretrati ai fornitori delle Pa. “A occuparsi delle linee di credito per la pubblica amministrazione sarebbe stata Cdp”, riferisce la Verità. 

Bene, ad oggi “di quei 12 miliardi promessi, solo uno è stato versato”, gli altri sono ancora bloccati dalle sabbie mobili della burocrazia, riferisce la Verità. “Alla data del 7 luglio, termine entro il quale le articolazioni periferiche della Pa dovevano presentare la richiesta di denaro alla Cdp, ‘sarebbe stato richiesto solo un miliardo’”, denuncia la Cgia di Mestre. Per tale motivo con l’articolo 55 del decreto agosto il governo ha riaperto i termini per la presentazione della domanda a Cassa depositi e prestiti. Asl, Regioni ed enti locali potranno chiedere l’ anticipo di liquidità per pagare i creditori tra il 21 settembre e il 9 ottobre prossimi.

La Corte dei Conti lancia una segnalazione che indica che sembrerebbe si stia consolidando una tendenza che penalizza le piccole imprese: “Le amministrazioni pubbliche saldano con puntualità le fatture di importo maggiore e ritardano intenzionalmente la liquidazione di quelle di dimensione meno elevate”. Per di più si tratta di un trend che coinvolge anche i ministeri: “nel secondo trimestre di quest’ anno 8 su 13 hanno pagato in ritardo i propri fornitori. Gli altri 5 non hanno ancora aggiornato l’ indice di tempestività dei pagamenti che misura i giorni di ritardo o di anticipo in cui vengono saldati i fornitori rispetto alle scadenze previste dal contratto”, riferisce la Verità.

Inutile dire che senza liquidità numerose piccole e medie imprese non hanno futuro e paradossalmente, rischiano di chiudere per troppi crediti inesigibili. Non è ammissibile che il governo vanti pagamenti che non avvengono e al tempo stesso lasci che le imprese si indebitino per pagare le tasse. 

Non solo la famosa liquidità promessa dei 400 miliardi alle imprese vale in realtà meno di 70, ma alle Pmi che lavorano per le Pa non arriva nemmeno quella che gli è dovuta. Una vergogna!