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Da eroi a scomodo fardello. Speranza e Draghi scaricano i sanitari anti-Covid

Pubblicato il 04/04/2022 10:44 - Aggiornato il 07/12/2022 17:59

Reclutati in fretta e furia per far fronte alla pandemia che terrorizzava l’Italia e il mondo. Ribattezzati “eroi” nel giro di pochi giorni, mentre iniziavano a circolare le loro foto sui social, intenti a combattere il virus. E ora, come purtroppo accade spesso in Italia, abbandonati al loro destino. Gli operatori sanitari reclutati per l’emergenza Covid con contratti flessibili, infatti, sono oggi costretti a scontrarsi con i vincoli di bilancio e, a oggi, non hanno ancora certezze. Non proprio una situazione idilliaca per quei 54 mila tra medici, infermieri, operatori sociosanitari e tecnici di laboratorio che vedranno scadere il proprio contratto il prossimo 30 giugno.

Come spiegato dal Fatto Quotidiano, per loro, gli “eroi del Covid” presto dimenticati, la legge di Bilancio ha aperto uno spiraglio concedendo la possibilità di assumere coloro che alla fine di giugno hanno maturato almeno 18 mesi di servizio, di cui sei nel corso dell’emergenza. Ad avere i requisiti fissati dalla legge sarebbero in 43 mila. Le incognite però, sono tantissime, visto che dovranno poi essere le aziende sanitarie a procedere con le assunzioni cercando di far comunque quadrare i conti. Non proprio un passaggio scontato.

La situazione, nelle varie Regioni, non è delle migliori: Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia sono sottoposte a piani di rientro per risanare il disavanzo finanziario. Calabria e Molise, sono commissariate. Come immaginare, in un contesto del genere, che si proceda alla stabilizzazione degli operatori sanitari rimasti “sospesi”? “Non c’è nessun automatismo, la legge si limita a offrire questa possibilità” ha spiegato al Fatto Quotidiano Carlo Palermo, segretario nazionale di Anaao, uno dei più rappresentativi sindacati dei medici ospedalieri.

Il sistema sanitario italiano, d’altronde, versava già in pessime condizioni quando era esplosa la pandemia, due anni, con carenze gravi negli organici mai risolte. Con la legge di Bilancio, il governo ha aumentato la dotazione del fondo sanitario nazionale di due miliardi l’anno per tre ani (dai 124 miliardi per il 2022 ai 128 per il 2024). Ma il Fiaso ha sottolineato come queste risorse non sia sufficienti, allarme rilanciato anche dalle Regioni. Le stabilizzazioni, insomma, rischiano di rimanere un miraggio. Con buona pace degli “eroi del Covid”, verso i quali la politica non sembra troppo grata.

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