Dal 1° gennaio l’Ue ha fatto un altro bel “regalo” ai cittadini e alle imprese d’Italia. Si tratta delle nuove regole sui conti correnti che rappresentano una nuova stretta e che preoccupa molte famiglie. Come spiega Sandra Riccio su La Stampa, “si tratta della nuova normativa relativa agli ‘sconfinamenti’, vale a dire il classico caso del conto corrente che finisce in ‘rosso’ quando si esauriscono i fondi disponibili ma riguarda anche gli arretrati nei pagamenti dei mutui e dei prestiti. La novità è legata alla conseguente ‘classificazione’ del cliente inadempiente (‘default’). Si tratta di una situazione che, purtroppo, potrebbe interessare un numero sempre maggiore di clienti delle banche, impoveriti dalla crisi economica causata dal Coronavirus, ed è riferita anche a piccoli importi”.
La nuova regola, imposta dall’Autorità bancaria europea e recepita dal nostro governo, stabilisce criteri e modalità più restrittive in materia di ‘classificazione’ a default rispetto a quelli finora adottati. “Si tratta – sintetizza Riccio – di una metodica interna alle banche. L’obiettivo è di armonizzare la regolamentazione tra i diversi Paesi dell’Unione Europe. La novità serve a misurare in modo uniforme a livello Ue quanti ‘cattivi’ clienti ha in pancia la banca e quindi quanto è a rischio”. I principali cambiamenti introdotti prevedono che la banca definisca automaticamente come inadempienti i clienti che presentino sui conti correnti un arretrato da oltre 90 giorni.
“Allo stesso tempo però lo ‘scoperto’ del cliente deve essere superiore ai 100 euro, per famiglie e pmi, e superiore ai 500 euro, per le imprese. Inoltre, contemporaneamente, il ‘rosso’ deve superare l’1% del credito totale concesso dal gruppo bancario (mutui, prestiti, fidi, e così via). Nel caso di una famiglia, per fare un esempio, se l’esposizione bancaria ammonta a 100.00 euro (tra mutui e prestiti e così via), l’1% di tale esposizione sarà di 1.000 euro. Se si verificano queste tre condizioni in contemporanea, la banca può avviare azioni di tutela dei propri crediti”.
Se prima bastava compensare il rosso o i pagamenti arretrati per evitare la definizione di default, adesso lo stato di default permane per almeno 90 giorni dal momento in cui il cliente regolarizza verso la banca l’arretrato di pagamento o rientra dallo sconfinamento di conto corrente. “Andare in rosso” con i propri conti correnti è ancora “consentito” ma in pratica, “la possibilità di sconfinare non è un diritto del cliente, ma una facoltà concessa dalla singola banca, che può anche applicare commissioni”. Intanto Unindustria lancia l’allarme: “Così si potrebbero avere effetti negativi su 31,8 miliardi di liquidità”.
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