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Col Recovery tagliate le bollette altrimenti è tutto un bluff

Pubblicato il 21/09/2020 18:00 - Aggiornato il 21/09/2020 18:36

di Gianluigi Paragone.

Tutti verdi o tutti al verde? Mi sa che qui c’è un equivoco di fondo. Non vorrei infatti che a Bruxelles si convincessero che la traduzione italiana di New Green Deal sia appunto “tutti al verde”, nel senso che gli italiani devono vivere in bolletta, senza soldi. Del tanto strombazzato Recovery Fund, una specie di fondo Viagra a leggere i giornali, temo che alle persone arriverà ben poco e soprattutto dopo tante complicazioni. Eppure una soluzione per capire quanto sia grosso il bluff c’è.

L’altro giorno i giornali hanno titolato “44 miliardi subito, altri 20,7 arriveranno entro il 2023”; insomma un Bengodi che dovrebbe mettere al tappeto gli euroallergici come il sottoscritto. Pertanto accetto la sfida: se questi soldi “scaricheranno a terra”, nel senso che arriveranno nelle disponibilità delle famiglie e dei cittadini, chi ringhia contro la Ue non avrà più argomenti e resterà relegato ai margini del dibattito politico; in caso contrario le eurobugie avranno le gambe tagliate e lì faremo la conta dei traditori.

Ursula von der Leyen

Non solo. Siccome sono molto sicuro del fatto che soldi veri non ce ne siano se non per il solito giro di multinazionali e amici vari, lancio la sfida: dicono che i soldi del Recovery siano tanti e siano in buona parte finalizzati alla rivoluzione verde. Bene, se le cose stanno davvero così allora siano messi per investire sulle rinnovabili e sull’energia pulita alleggerendo le nostre bollette, che sono tra le più inique e vergognose d’Europa. Riprendo la mia solita battaglia che i chiacchieroni pentastellati, Mise in testa, bloccarono perché forse avevo dato fastidio a un certo giretto: perché nelle nostre bollette ci sono costosissimi oneri di sistema (cioé costi fissi) che dovrebbero essere parte della spesa pubblica di uno Stato? Perché dobbiamo essere noi consumatori a farci carico di costi allucinanti e spesso ingiustificabili come gli incentivi alle rinnovabili o il trasporto dell’energia e del gas? Bene, visto che l’Europa dà tanti soldi per le energie verdi, abbattano gli oneri di sistema almeno del 70% (se dipendesse da me, li toglierei tutti riformando la bolletta in modo più chiaro e premiando chi consuma verde, il cui mercato lo lascerei tutto nelle mani del mercato tutelato) compensando questa parte mancante con i soldi di Bruxelles. Insomma, con parte dei 44 miliardi tagliate le bollette immediatamente oppure siete dei politicanti chiacchieroni. Ministro Patuanelli, ci sta? Sì o no?

Oggi, dicevamo, le bollette non premiano né chi consuma di meno né chi consuma “verde”, anzi condona ai cosiddetti energivori gli oneri di sistema. In altre parole le bollette italiane sono l’opposto della nuova moda che tanto piace ad una Europa in cerca di nuove parole d’ordine per uscire dalle sue contraddizioni. La predicazione verde è solo fumo negli occhi con cui premieranno le solite economie intra-Ue. Lancio così una seconda sfida agli euro-tromboni: se davvero volete un’Europa più eco-sostenibile perché non andate a verificare quanto consumano le navi cargo che tanto piacciono agli olandesi e al suo porto di Rotterdam? Perché non mettiamo dei limiti alle emissioni con tanto di sanzioni al traffico navale?

Proseguo il mio volgarissimo conto della spesa. Cari governanti, visto che parlate tanto dei soldi che vi arrivano a fondo perduto (e che a fondo perduto non sono perché la Bce non essendo proprietaria dell’euro non può emettere moneta gratuitamente, quindi i soldi cosiddetti a fondo perduto sono in buona parte soldi che già abbiamo versato al bilancio europeo e che ancora dovremo versare andandoli a prendere sui mercati, quindi indebitandoci), visto che parlate tanto di soldi per rilanciare economia reale e famiglie, quanto tempo ancora volete aspettare per pagare i debiti della Pubblica amministrazione, per pagare la cassa integrazione arretreta, per dare soldi ai risparmiatori truffati dalle banche? La commissione d’inchiesta invece di indagare sulle malefatte del credito italiano si comporta come se fosse una commissione stampella del governo sul sistema bancario. Siamo oltre l’imbarazzante: ci manca solo che i vari Conte, Di Maio, Villarosa, D’Incà, Baretta, Ruocco impongano ai truffati dalle banche di chiedere scusa al Pd, coppia Boschi-Renzi in testa.
Del resto il Movimento, pur di viaggiare in autoblu, lo ha già fatto…