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‘Cari tamponi’, prezzi alle stelle. Ecco come ci hanno abbandonati nelle mani della sanità privata

Pubblicato il 30/11/2020 11:58 - Aggiornato il 30/11/2020 12:07

Se questa la chiamiamo libertà di scelta e garantire un diritto a tutti, allora siamo ben lontani dalla reale dimensione di giustizia. In sostanza o paghi (prezzi che raggiungono anche i 200 euro) oppure: o aspetti (molto, mettendo la tua vita nel frattempo dell’attesa in stand-by e in isolamento) o ti arrendi al sistema dei tamponi e prendi direttamente la via della quarantena dei 14 giorni.

I costi per effettuare il tampone sono a cifre allucinanti, soprattutto in Lombardia. E per gli operatori privati ciò sarebbe giustificato dalle classiche leggi che regolano il mercato: con l’aumento della domanda, aumenta il valore dell’offerta.
All’interno della panoramica proposta dal Sole24Ore sono riferiti i prezzi di alcune strutture private: “Il gruppo Synlab a 70 euro più 15 di prelievo, l’HUmanitas a 75, il San Raffaele a 92, l’Auxologico a 90, la Multimedica a 125 (assicurando la risposta in 24 ore), il gruppo Sant’Agostino a 80, il Centro Polisalute a 100 e il gruppo San Donato a 92. Euromedica lo offre a 80, ma se fatto a domicilio si arriva a 160. Altri laboratori che offrono lo stesso servizio a casa arrivano fino a 200 euro”.

Oltre ai privati, evidenzia il giornale, ci sono anche gli ospedali pubblici che utilizzano il doppio canale, quello del sistema sanitario nazionale e quello a pagamento. Insomma, anche con le strutture pubbliche le cifre fluttuano, “pagando 70 euro puoi fare il tampone senza richiesta del medico curante al Santi Paolo e Carlo e al Niguarda pagando 90”, ma la risposta viene assicurata entro le 48 ore.

È evidente che si ricorra al privato per sopperire alle mancanze del pubblico, “specialmente nelle zone più colpite come la Lombardia”. “Se si ha l’esigenza di avere informazioni sul proprio stato di salute, per motivi personali o professionali, solo il privato in questo momento in Lombardia può dare la certezza di un responso rapido e senza lunghe file al pronto soccorso”. Le stesse strutture pubbliche “danno indicazione di non andare a farsi il tampone molecolare in ospedale se si teme di essere positivi ma non si hanno sintomi, consigliando, invece, la via della quarantena senza test”.

Se le strutture pubbliche non fossero state così sature, è molto improbabile che l’utente avrebbe comunque privilegiato il privato. I punti sono sempre quelli, esattamente come accaduto per il sistema dei mezzi di trasporto: i tagli che rendono i sistemi (sanitario e di trasporto) carenti e che, costringono il cittadino -conseguentemente senza libertà di scelta- a far affidamento ad altri meccanismi (come quello del privato, dove però i prezzi sono molto alti) oppure a dover rinunciare al rispetto delle misure per il contenimento dei contagi (ne è un esempio l’affollamento sui mezzi pubblici).

Ed è evidente un’altra questione: che in tutti questi mesi la corte di Conte, con tutti i suoi ministri, abbia dormito (o nel caso del ministro della Salute, scritto un libro). Cosa hanno fatto per rinforzare sufficientemente il sistema dei trasporti? Cosa ha fatto il supereroe dell’emergenza Covid, Domenico Arcuri, per rendere accessibile a tutti e soddisfare la domanda di tutti, in tempi accettabili, la richiesta dei tamponi? La risposta la si trova anche nei folli costi del privato.

E cosa ne è della possibilità di calmierare i prezzi imponendo i prezzi? In Lombardia, ad esempio, “i tentativi di normare i prezzi sono stati timidi e, quindi, non ascoltati”. I prezzi, infatti venivano semplicemente consigliati, i controlli inesistenti, quindi “le strutture private nel loro sito inseriscono senza problemi i prezzi che vogliono”.