Una bimba di appena sette mesi, positiva al Covid 19 è ricoverata nel reparto di neonatologia e terapia intensiva pediatrica all’Annunziata di Cosenza: lo riporta l’Ansa. La neonata, , originaria di Casali del Manco, presenta un quadro clinico complesso: avrebbe una polmonite interstiziale che ha compromesso addirittura il cinquanta per cento dei polmoni. I medici ovviamente monitorano costantemente la piccola, che al momento è supportata nella respirazione con ventilazione non invasiva e non intubata.

Sebbene anche i genitori e i familiari stretti siano positivi al covid, giova ricordare che sono tutti vaccinati. “Secondo i medici” si legge sempre su Ansa “questo fa comprendere quanto il virus sia insidioso e che l’unica arma di contrasto rimane il vaccino e l’utilizzo della mascherina”. Il che suona davvero ironico, se non fosse che la situazione è tragica, considerato appunto che tutta la famiglia della piccola non ha avuto nessun problema a ricorrere alla copertura vaccinale.

Se c’è una cosa che questo evento ci insegna, purtroppo, è che il vaccino non è stato abbastanza per proteggere la piccola di Cosenza. Inoltre, anche tenuto conto del vaccino ai più piccoli recentemente autorizzato, parliamo della fascia d’età dai 5 agli 11 anni. La piccina ha appena 7 mesi, età in cui solitamente ci si è appena affacciati al mondo e i contatti sono stati ristretti alla famiglia. Non parliamo di un bimbo che va a scuola, in quelle scuole dove professori e personale Ata sono stati obbligati a fare il vaccino. I genitori si vaccinano per proteggere sé stessi e gli altri per poi scoprire che non basta. Ma le conseguenze logiche vengono completamente ignorate da gran parte della stampa.
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