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Bill Gates fa il profeta: “Ecco quando torneremo alla normalità”. E chiede altri investimenti… Indovinate per cosa?

Pubblicato il 10/03/2021 10:56

Non ci bastavano tutti i virologi del mondo per continuare ad essere bombardati dalla marea di oracoli sul virus. Adesso ci si mette anche lui, Bill Gates con la sua fosca profezia. 

Il multimiliardario fondatore Microsoft e co-fondatore della Bill & Melinda Gates Foundation, settimane fa ha annunciato che bisognerà aspettare almeno un altro anno e mezzo per tornare alla normalità pre-coronavirus. 

Ecco perchè insieme alla moglie Melinda ha annunciato la donazione di altri 250 milioni di dollari a sostegno della ricerca, dello sviluppo e dell’equa distribuzione di tutti gli strumenti utili e necessari contro il Covid. 

Ma la storiella non finisce qui. Tutti sanno che Gates è un fiero sostenitore dell’industria dei vaccini e della logica sottostante. Nessuno spazio ai protocolli di cura, ma solo vaccini e vaccinazioni di massa

Ecco quindi che dopo aver giocato a fare l’indovino -ovviamente- lancia l’appello per ottenere altri soldi da investire. “Entro l’estate del 2021 i Paesi ricchi avranno la copertura maggiore del vaccino, più di ogni altro, così potranno tornare alla normalità, ma il virus resterà in larga parte del pianeta”, inizia. “C’è sempre un rischio di nuova infezione e quindi saremo in grado di esserci davvero liberati del virus soltanto a metà del 2022”.

Considerate queste promesse, “Gates chiede agli Stati che fanno parte dell’alleanza per i vaccini, Gavi Covax, maggiori contributi per poter far arrivare dosi anche a quei paesi ancora in via di sviluppo”, si legge sul sito Meteo.it. 

Il multimiliardario (da sempre legato a doppio filo con l’industria farmaceutica delle megaimprese), fin dall’inizio della pandemia ha richiamato numerose volte l’attenzione mediatica con la necessità di raccogliere più soldi, ha enfatizzato: “Grazie all’ingegnosità della comunità scientifica globale abbiamo ottenuto le importanti svolte necessarie a mettere fine alla pandemia. Abbiamo più farmaci e potenziali vaccini di quanti ne potessimo prevedere all’inizio dell’anno. Ma queste innovazioni salveranno vite solo se arriveranno ovunque”.