Qualcuno parla di un boomerang, oppure di un autogol. Comunque sia, le politiche monetarie della Bce ora presentano il conto… alla Bce stessa. E sotto accusa finisce la presidenza Lagarde. Sì, perché per la prima volta negli ultimi vent’anni la Banca Centrale Europea, guidata da Christine, chiude i bilanci annuali in passivo. Ed è un passivo piuttosto pesante: ben 1,3 miliardi di Euro. Causati dalla spesa per interessi, che quest’anno ammonta a ben 7,2 miliardi di Euro. La causa è l’irrigidimento delle politiche monetarie, con l’aumento dei tassi di interesse, voluto dall’Unione europea per contrastare l’aumento dell’inflazione. La lotta all’inflazione, in effetti, ha avuto un effetto più rapido del previsto, riportando quella media in Europa al 2,8%. Non ancora un risultato sufficiente, però, per abbandonare l’attuale rigidità. (continua dopo la foto)
Con il risultato che Francoforte ammette di aspettarsi altre perdite nei prossimi anni, sia pure inferiori a quella del 2023. Il risultato negativo dello scorso anno è dovuto all’acquisto da parte della Bce di titoli delle altre Banche Centrali di Eurolandia. Gli interessi passivi sono saliti al 3,8% (dallo 0,6% del 2022). Mentre il rendimento dei titoli in pancia all’istituto non è bastato per pareggiare i conti. Questo, nonostante la Banca guidata da Lagarde abbia dato fondo a tutte le proprie riserve: 6,6 miliardi. Così, oltre al passivo registrato, non ci saranno utili né dividendi da erogare alle Banche Centrali. Il che suona come una beffa per Francoforte, visto che i singoli istituti di credito hanno realizzato una montagna di extraprofitti. E con quegli utili, ottenuti proprio grazie alle politiche della Bce sul costo del denaro, si preparano a remunerare lautamente gli azionisti. E a distribuire ingenti bonus ai propri manager.
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