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Autostrade, Italia bloccata nell’ingorgo. Si ferma anche l’Adriatico, ma non il pagamento dei pedaggi

Pubblicato il 06/07/2020 10:15

Altro che ripartenza! Doveva essere un’estate in giro per l’Italia, ma la tratta A14, la dorsale delle vacanze più trafficata d’Italia, è un vero e proprio percorso ad ostacoli impraticabile, è un miracolo riuscire a mettere la seconda marcia. Tra gli incessanti cantieri e le continue deviazioni, ben una “decina di viadotti sono a una sola corsia”.

È tanto il disagio provocato a lavoratori e turisti che è scoppiata la protesta. Centinaia di persone manifestano a Masone, a nord di Genova; tra gli slogan più rappresentativi: «Autostrade vergogna», «Senza strade e senza treni in Liguria non ci vieni», «A26, lasciate ogni speranza voi che entrate».

A denunciare la paralisi anche: “il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, il quale “accusa su Facebook il Ministero dei trasporti di cambiare le regole delle ispezioni come se volesse boicottare la Liguria e quindi danneggiare tutto il Nord-Ovest”; Confindustria che parla di un vero e proprio “stato di emergenza,” scrive alla ministra dei trasporti Paola De Micheli e la avverte delle “enormi ripercussioni” che ciò avrà “sull’intero sistema economico”.

Come riferisce la Repubblica è infatti più ancora di Autostrade per l’Italia, il governo a finire sotto tiro. Alla fine Paola De Micheli risponde con un messaggio su Facebook, tutto sulla difensiva. «Per la Liguria vogliamo la sicurezza che non accada più quello che purtroppo è avvenuto nel passato». E qui il quotidiano ci ricorda della tragedia avvenuta il 28 luglio 2013 sull’A14.

“Un pullman precipita dal viadotto Acqualonga sull’A16 Napoli-Canosa. Muoiono 40 persone. Il tribunale di Avellino sequestra i guardrail su quel pezzo di autostrada e anche quelli omologhi sulla A14. Autostrade, che le gestisce entrambe, compie sette passaggi burocratici per avviare i lavori e sostituire le barriere sotto accusa: progetto definitivo, approvazione del Mit, istanza all’autorità giudiziaria per il dissequestro temporaneo, indagini strutturali e geognostiche, progetto esecutivo, nuova approvazione del Mit, nuova istanza all’autorità giudiziaria”.

La revoca delle concessioni è finita nel dimenticatoio, la politica si dimostra per l’ennesima volta impotente e incapace e a farne le spese siamo noi cittadini che oltre al danno aggiungiamo diligentemente la beffa del pagamento del pedaggio.