Un Mario Draghi sempre più irascibile, quello che ci hanno consegnato le ultime peripezie parlamentari, con il premier infuriato con i partiti per i troppi sbandamenti delle singole formazioni rispetto alla linea del governo. E con gli analisti arrivati ad ammettere la possibilità di un capitombolo dell’esecutivo in anticipo sui tempi qualora l’ex presidente della Bce dovesse arivare al punto di rottura. Dopo il flop della corsa al Quirinale, d’altronde, gli umori di Palazzo Chigi sono neri, nerissimi. E le conseguenze ancora impossibili da prevedere fino in fondo.
Nel mirino di Draghi c’è innanzitutto la Lega, che con il suo voto contrario sul Green pass ha voluto ribadire ancora una volta un atteggiamento intermittente che al premier non va proprio giù. Tanto da spingerlo a mettere la fiducia sul Dl per l’obbligo vaccinale agli over 50, richiamando così tutti all’ordine con un segnale forte. Ma il presidente del Consiglio ce l’ha anche con il Pd, che a sua volta tira scherzetti inaspettati come la norma poi cassata sull’lva. E all’orizzonte c’è una partita tutt’altro che semplice.
A fare capolino sono infatti le misure che serviranno a ottenere la seconda parte del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza sbandierato ai quattro venti dal governo in questi mesi come un successo già in tasca. Soldi per i quali bisognerà intervenire su fronti caldi come delega fiscale, concorrenza e appalti. Come rivelato da Tpi, Palazzo Chigi avrebbe già fatto sapere per le vie brevi ai leader di partito che non saranno tollerate fuga in avanti e che la tenuta della maggioranza si misurerà principalmente su questi tre dossier.
La novità in arrivo su questo fronte potrebbe essere il potenziamento del ruolo del sottosegretario Garofoli: l’idea sarebbe quella di affiancarlo al ministro D’Incà nella speranza che in Parlamento tutto fili liscio, soprattuto per quanto riguarda i provvedimenti utili all’ottenimento dei fondi europei. Insomma, nel governo si litiga per spartirsi un prezioso bottino. Nel frattempo, gli italiani sono abbandonati a loro stessi, costretti a fare i conti con bollette schizzate verso l’alto e generi alimentari più costosi che mai.
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