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“200.000 clandestini regolarizzati”. Mentre 933mila italiani percettori del reddito di cittadinanza aspettano un lavoro

Pubblicato il 14/05/2020 11:34

In un’intervista al Corriere della Sera il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese chiarisce alcuni aspetti su ciò che riguarda la regolarizzazione di 200mila immigrati, badanti e colf, prevista dal decreto del governo sulla fase 2.

“Non è un condono -chiarisce la ministra- ma una procedura di emersione e regolarizzazione”. Contrariamente a quanto in molti credono, la sanatoria non rappresenta “un colpo di spugna”. La regolarizzazione non riguarderà indistintamente tutti i lavoratori e datori di lavoro, ma “sono previste accurate verifiche prima dell’accoglimento della domanda su condanne e procedimenti penali”.

La stessa ministra ammette che il rischio che ci siano “tentativi di infiltrazione criminale riguardano sia i settori produttivi che hanno continuato a operare durante la prima fase dell’emergenza, sia quelli che hanno subito perdite a causa del lockdown” in particolare per “i piccoli imprenditori che a corto di liquidità potrebbero esporsi ai tentacoli dell’usura”.

Pertanto ora è necessaria la “rapida erogazione” delle “poderose potenze di fuoco” destinate a famiglie e imprese, perchè “i ritardi rischiano di favorire i sodalizi criminali che possono mettere immediatamente a disposizione i loro aiuti”.

Ed è qui il punto. La regolarizzazione non è la soluzione al problema di cui nessuno si è mai occupato nel corso di anni di sfruttamento. Fintanto che ci saranno persone da sfruttare perchè nella condizione di bisogno e di disperazione, dietro l’angolo sarà sempre pronto il mercato nero ad accoglierli. La vera questione è che per anni si sono depauperati i diritti dei lavoratori.

La scusa del “loro fanno quello che gli italiani non vogliono fare” non vale più. C’è un intero popolo che oggi più che mai, nelle piazze rivendica il diritto al lavoro e a far impresa. La situazione è drammatica e di emergenza. Prima che si faccia la regolarizzazione rivolgiamoci agli italiani. Ai percettori del reddito di cittadinanza.